Venerdì sera--02.09.05 -- Intorno alla follia/Around madness
Tematica:
1. Su questo venerdì
About this Friday
2. Sulla follia
About madness
3. Sul linguaggio spezzato
About broken language
4. Su Art/Lab
About Art/Lab
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1. Su questo Venerdì
Cosa: Discussione
Quando: 7:00 pm, Venerdì 2 Settembre 2005
Dove: Isola di San Servolo, Venezia
Come arrivare: Vaporetto n.20 da San Zaccaria, partenza alle ore 18.50
Chi: Tutti sono invitati
Intorno incontra gli artisti di Art/LAB, programma residenziale per artisti,
intorno al tema della follia.
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1. About this Friday
What: Discussion
When: 7:00 pm, Friday 2nd September 2005
Where: San Servolo Island, Venice
How to get there: vaporetto no. 20 from San Zaccaria, at 6.50 pm
Who: Everyone is invited
Intorno meets the artists of Art/LAB, artist residency, around the topic of madness.
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2. Sulla follia
"Forse, un giorno, non sapremo più esattamente che cosa ha potuto essere
la follia. La sua figura si sarà racchiusa su se stessa non permettendo
più di decifrare le tracce che avrà lasciato. Queste stesse tracce non
appariranno, a uno sguardo ignorante, se non come semplici macchie nere?
Tutt'al più faranno parte di configurazioni che a noi ora sarebbe
impossibile disegnare, ma che saranno nel futuro le indispensabili griglie
attraverso le quali rendere leggibili noi, e la nostra cultura, a noi
stessi. Artaud apparterrà alla base del nostro linguaggio, e non alla sua
rottura; le nevrosi, alle forme costitutive (e non alle deviazioni) della
nostra società. Tutto quel che noi oggi proviamo relativamente alla
modalità del limite, o della estraneità, o del non sopportabile, avrà
raggiunto la serenità del positivo. E quel che per noi designa attualmente
questo Esterno rischia veramente un giorno di designarci, noi proprio noi.
Resterà soltanto l'enigma di questa Esteriorità. Quale era dunque, ci si
domanderà, questa strana delimitazione che è stata alla ribalta dal
profondo Medioevo sino al ventesimo secolo e forse oltre? Perché la
cultura occidentale ha respinto dalla parte dei confini proprio ciò in cui
avrebbe potuto benissimo riconoscersi, in cui di fatto si è essa stessa
riconosciuta in modo obliquo? Perché ha affermato con chiarezza a partire
dal XIX secolo, ma anche già dall'età classica, che la follia era la
verità denudata dell'uomo, e tuttavia l'ha posta in uno spazio
neutralizzato e pallido, ove era come annullata? Perché aver raccolto le
parole di Nerval o di Artaud, perché essersi ritrovati in esse, e non nei
loro autori?"
(...)
"Di qui, anche, questa strana vicinanza della follia e della letteratura,
alla quale non bisogna dare il senso di una parentela psicologica
finalmente messa a nudo. Scoperta come un linguaggio che si tace nella
sovrapposizione a se stessa, la follia non manifesta né racconta la
nascita di un'opera (o di una qualche cosa che, per merito di genio o di
fortuna, avrebbe potuto diventare un'opera); essa designa la forma vuota
da cui quest'opera deriva, vale a dire il luogo da dove essa non cessa di
essere assente, dove non la si troverà mai perché non si è mai trovata.
Là, in questa regione pallida, sotto questo nascondiglio essenziale, si
svela l'incompatibilità gemellare dell'opera e della follia; è il punto
cieco della loro possibilità per ciascuno e della loro esclusione
reciproca."
Michel Foucault, La follia, l'assenza di opera, in M. Foucault, Scritti letterari, Feltrinelli, Milano 2004
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3. Sul linguaggio spezzato
Ad aprire l'incontro sarà l'intervento audio di Antonin Artaud
tratto da Per farla finita con il giudizio universale dal titolo
Tutuguri. Il rito del sole nero. (letto da Maria Casarès)
Pour en finir avec le jugement de dieu, titolo originale del lavoro, è
una creazione radiofonica registrata tra il 22 ed il 29 novembre del 1947.
I testi (subito censurati) sono letti da Maria Casarès, Roger Blin, Paule
Thévenin e dall'autore stesso.
"E in basso, come in fondo al declivio amaro, crudelmente disperato del
cuore,
si apre il cerchio delle sei croci,
molto in basso,
come incastrato nella madre terra,
disincantato dalla stretta immonda della madre,
che sbava.
La terra di carbone nero
è il solo luogo umido
in questa fessura di roccia.
Il Rito è che il nuovo sole passi per sette
punti prima di esplodere nell'orifizio della terra.
E ci sono sei uomini,
uno per ogni sole,
e un settimo uomo
che è il sole completamente
crudo
coperto di nero e di carne rossa.
Questo settimo uomo
è un cavallo,
un cavallo con un uomo che lo conduce.
Ma è il cavallo
ad essere il sole
e non l'uomo.
Sullo strazio di un tamburo e di una tromba
lunga,
strana,
i sei uomini
che erano accucciati,
arrotolati a terra,
successivamente sorgono come girasoli,
non come soli
ma soli che girano,
loti d'acqua,
e a ogni sollevarsi
corrisponde il gong sempre più cupo
e trattenuto
del tamburo
fino a che tutto d'un tratto si vede arrivare a gran
trotto, con una velocità vertiginosa,
l'ultimo sole
il primo uomo
il cavallo nero con un
uomo nudo,
assolutamente nudo
e vergine
sopra lui.
Alzatisi, avanzano seguendo percorsi
circolari
e il cavallo di carne sanguinante impazzisce e caracolla
senza fermarsi
sulla vetta della sua roccia
fino a che i sei uomini
non abbiano finito di circondare
completamente
le sei croci.
L'apice del rito è appunto
L'ABOLIZIONE DELLA CROCE.
Avendo terminato di girare
sradicano
le croci da terra
e l'uomo nudo
sul cavallo
innalza
un immenso ferro di cavallo
che ha immerso in uno sfregio del proprio sangue."
Antonin Artaud, Tutuguri. Il rito del sole nero in A. Artaud, Per farla finita col giudizio di dio, stampa alternativa, Roma-Viterbo, 2003
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4. Su Art/LAB
Art/LAB è un programma residenziale per artisti ospitato sull'Isola di San
Servolo a Venezia. San Servolo è stato per due secoli la sede del manicomio provinciale di
Venezia. L'isola della follia, dalla sua nascita alla fine del '700 alla
sua chiusura nel 1978, è stata testimone e simbolo dei modi in cui la
società si è relazionata alla questione medica, morale, politica e sociale
della malattia mentale. Oggi l'isola è un centro di attività culturali ed
educative, e con il progetto Art/LAB si propone anche come spazio per la
creazione artistica.
Gli otto artisti partecipanti alla prima edizione del residence sono stati
invitati a riflettere sulla memoria di questo luogo, sulla storia
dell'istituzione manicomiale e sul senso della sua fine. I progetti
artistici creati in loco verranno presentati in una esposizione che aprirà
il prossimo 14 ottobre in isola, curata da Irene Calderoni.
Gli artisti, che saranno presenti all'incontro, sono Adalberto Abbate,
Rebecca Agnes, Kristine Alksne, Alessandra Cassinelli, Giovanni De
Lazzari, Lucy Harrison, Rory Macbeth, Andrea Penzo.
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4. About Art/LAB
Art/LAB is an artist residency currently taking place on the island on San Servolo in Venice.
San Servolo used to house the insane asylum of the province of Venice. The
island of madness, from its birth at the end of 18th Century to its
closing in 1978, witnessed the evolving ways in which society related to
the medical, moral, political and social issues raised by mental illness.
Today the island is a centre of cultural and educational activities, and
with Art/LAB aims to become also a space for artistic production.
The eight artists who are taking part in the first edition of the
residency have been invited to reflect on the memories of this place, on
the history of the asylum institution and on the meanings of its end.
The art projects realised during the residency will be shown in an exhibition
curated by Irene Calderoni which will open on the 14th of October on the
island.
The participating artists, who will be present to the event, are Adalberto
Abbate, Rebecca Agnes, Kristine Alksne, Alessandra Cassinelli, Giovanni De
Lazzari, Lucy Harrison, Rory Macbeth, Andrea Penzo.