Giovedì sera --09.12.04 ––Intorno al turismo a Venezia


1. Su questo giovedì
About this thursday

2. Su Frank Boehm
About Frank Boehm

3. Sul progetto “Museo della Gondola”
About the project “The Gondola Museum”

4. Sul turismo a Venezia

___________________________________________________
1. Su questo giovedì

Intorno incontra l’architetto Frank Boehm e Claudio Madricardo

Quando: 5.30 pm, giovedì 9 dicembre, 2004
Dove: Magazzini Ligabue aula 27 IUAV-FDA fermata S. Basilio, Venezia
Chi: Tutti sono invitati.


__________________________________________________
1. About this thursday

Intorno meets the architect Frank Boehm and Claudio Madricardo

When: 5.30pm, Thursday 9 december, 2004
Where: Magazzini Ligabue room 27 IUAV-FDA vaporetto stop S. Basilio, Venezia
Who: Everyone is invited.

___________________________________________________
2. Su Frank Boehm

Frank Boehm , Architetto vive e lavora a Milano.
Ha realizzato, oltre ad altri progetti, diversi spazi per l’arte contemporanea, attraverso diverse collaborazioni.
Ha insegnato a Berlino, Napoli, Vienna, Eindhoven e Venezia ed è un membro dell’ “International Research Cluster / USO-Built: The Post-industrial Landscape”


Bibliografia selettiva:

“ A Better Tomorrow”, in “Ideale Realitäten”, Design Transfer, Berlin, 1997
“ Exhibitionnnisme”, in: l´architecture d´aujourd´hui 330, 10+11/2000, Paris (with W. Kuehn)
“ History as an interpreted Model”, in: “Research by Design”, TU Delft, 2000
“ Bau an der Kunst”, in: “Out of Space”, Cologne, 2001 (with W. Kuehn)
“ Listen”, in: “Come In”, IFA / Verlag der Buchhandlung Walther König, Cologne, 2001
“ Prothesen statt Weltbilder- zu einem offensiven Einsatz von Rollen- und anderen Modellen” in “Tobias Rehberger”, LBBW, Stuttgart, 2004


Progetti nel contesto di arte contemporanea:

1994 “Galleria d´arte contemporanea”, Lipsia (D); concorso responsabile del progetto presso studio P. Kulka, primo premio
1997-1998 “Galleria Neugerriemschneider”, Berlino (D); con T. Härtner / W.Kühn
1998 INIT-Kunsthalle”, Berlino (D); con T. Härtner / W. Kühn
1998 “Zwischenräume- Architekturen für die Kunst”; mostra presso Museo d´arte, Vaduz (LI)
2000 “Galleria Neff”, Francoforte (D), con W. Kühn
2000“Kunstverein” Hamburgo (D); con W. Kühn
2001“Arengario- Museo del Novecento”, Milano (I); concorso, uno di cinque finalisti
2002“Ice House”, Venezia (I); con artista T. Rehberger per la “Deutsche Bank/Art”
2004 “Gondola Museum”, Venezia, concorso ad invito, secondo premio


___________________________________________________
3. Sul progetto “museo della gondola”

Il progetto “gondola museum” e una proposta sviluppato nel contesto di un
concorso ad invito a venezia nel 2004 (conferenza stampa 13.12.2004).
L' ente per la conservazione della gondola a bandito un concorso con 5
architetti
Internazionali per l’allestimento di un futuro museo della gondola in
una sala del convento ss. cosmo sulla giudecca.
Il progetto verrà presentato nel contesto di altri progetti di allestimento
per l'arte contemporanea.


_______________________________________
3. About the project “the gondola museum”

The project “Gondola Museum” is a proposal developed in the context of a contest in Venice in 2004.
The entity for the preservation of the gondola has proposed a competition with 5 international architects for the installation of a future museum of the gondola in a space inside the convent Cosmo Damiano in the isle of Giudecca.
The project will be presented inside the context of other istallation projects for contemporary art.


_______________
4. Sul turismo

Negli stessi anni in cui ha governato il centro-sinistra la città è stata investita pesantemente dal poderoso sviluppo dell’economia turistica e del turismo di massa. Fenomeno, quest’ultimo, che sebbene regolato, nei flussi e nelle dinamiche, da elementi incontrollabili localmente, perché di natura planetaria, ha trovato a Venezia una specifica predisposizione spesso sostenuta da scelte consapevoli mai formalizzate in un programma politico. Nella realtà dei fatti, si è assecondata la volontà di consegnare la città – nella sua parte insulare – a quelle categorie economiche che hanno costruito – e stanno costruendo - la loro ricchezza sullo sfruttamento senza freni delle masse turistiche, consentendo, inoltre, la diffusione di attività prive di ricadute positive sul sistema urbano e la quotidiana e sistematica violazione della legge in materia fiscale. Ma oggi, in questa città, parlare di turismo in termini che non mettano in risalto concetti come “ricchezza”, “sviluppo”, “opportunità” è un tabù. Nessuno ha avuto fino ad ora l’onestà intellettuale, il coraggio e soprattutto la necessaria spinta etica per parlare del turismo di massa in termini di “problema”. Ed è perlomeno strano che le tante anime della sinistra non abbiano colto la valenza rivoluzionaria dell’analisi socio-economica-politica del turismo di massa nel mondo. E’ strano perché non è difficile vedere in questo fenomeno gli effetti devastanti di cui è portatore e che possono essere sinteticamente di seguito elencati: sconvolgimento della struttura sociale e rapidi processi di disneyficazione; forme di sfruttamento sul lavoro soprattutto a carico degli immigrati (salari, orari, contratti, sicurezza, diritti, lavoro nero); danni ambientali e inquinamento (trasporti, consumi energetici, rifiuti); costi aggiuntivi a carico dei residenti (rifiuti, fognature, manutenzione, servizi); impoverimento della struttura economica; sconvolgimento dei mercati locali, in primis della casa; evasione fiscale.
Certo, del turismo non ci si può né ci si deve privare ma questa sua forma richiede una forte attenzione e politiche decisamente orientate alla qualità, a maggior ragione in contesti come quello veneziano in cui già molti erano e sono i fattori di rischio sociale, economico e ambientale. Il livello di non sostenibilità sociale, culturale ed economico ormai raggiunto impone scelte coraggiose e profonde riflessioni sulla gestione del rapporto con la massa turistica, di comune accordo con i soggetti civili disponibili ad includere considerazioni di tipo etico e con i soggetti che già operano correttamente nel settore turistico (oggi una minoranza silenziosa) promuovendo la qualità e contribuendo a salvaguardare i livelli occupazionali (quantitativi e qualitativi).
Su questa strada emerge inevitabilmente una domanda: dobbiamo ricominciare a parlare di numero programmato? E’ questa l’unico antidoto possibile contro l’annientamento sociale della città?
Nel frattempo, però, la città antica mostra con evidenza gli effetti del turismo di massa e soprattutto della scelta di votarsi senza indugi e senza compromessi a questa attività: continua emorragia di popolazione residente verso la terraferma (non necessariamente comunale) che non può certo essere compensata in considerazione del numero dei turisti (oggi, la proporzione residenti/turisti tende verso l’1/1 e che gli studenti delle università sono in calo); progressiva conversione del patrimonio edilizio ad uso turistico (strutture ricettive, negozi, di maschere, vetri e souvenir, bar e ristoranti); progressiva sparizione dello spazio pubblico per effetto del dilagare dei plateatici (non sono rari i casi in cui per accedere ad una abitazione è necessario chiedere il permesso ai clienti di bar e ristoranti) e degli ambulanti (in primis “nostrani”); aumento vertiginoso del costo delle case (fuori portata per qualsiasi persona normale, a partire dai giovani anche in considerazione del progressivo incremento del lavoro temporaneo e della conseguente indisponibilità delle banche a concedere mutui); danni ambientali da moto ondoso (“lancioni” granturismo, taxi, barche da trasporto); peggioramento generale della qualità della vita dovuto allo scadimento dei servizi, alla rumorosità (barche, suonatori, plateatici, uso dello spazio pubblico in generale), alla sporcizia; sparizione di ogni attività che non sia direttamente o indirettamente legata all’economia turistica; perdita di centralità del cittadino residente a vantaggio del turista nelle politiche di governo.
Ci chiediamo come il turismo non possa che essere al centro delle nostre discussioni sul futuro della città, a meno che qualcuno non creda che sia troppo tardi e che ormai dobbiamo rassegnarci a questo circo, al fatto che Venezia è la nuova grande area industriale della città, con tutto ciò che comporta una grande concentrazione come questa. Se così è, se così si pensa, si abbia però l’onestà di dirlo, di farne un programma formale. Crediamo, dunque, che qualsiasi progetto politico che non ponga al centro questo tema sia poco credibile perché si porta dietro questioni essenziali come la casa, il lavoro, l’ambiente, la cultura, il sociale.
Invece, tra i deliri sulla provenienza del sindaco e quelli sulla sua data di nascita (che ad un leghista sarebbero stati imputati al suo deprecabile razzismo), si è già iniziato a parlare di sublagunare e di salvaguardia ed intorno a questi temi si svolgerà inutilmente e pretestuosamente la campagna elettorale. Ma che cosa si intende per “salvaguardia”? Vogliamo continuare a fare riferimento ad una situazione che non c’è più, alle origini della Legge Speciale? Vogliamo ragionare come i comitati del “salviamo Venezia”? Ma salviamo Venezia da che cosa, dai suoi aspiranti salvatori? L’unica salvaguardia di cui oggi vale la pena parlare è quella del rapporto con il turismo di massa che si porta dietro tutto il resto (compresa la sublagunare) ed intorno al quale si gioca il futuro della città intera, Mestre compresa. Di questo dobbiamo prendere coscienza, con onestà e coraggio. Far finta di niente perché certi voti fanno comodo non fa vincere le elezioni. Di quei “certi voti” dobbiamo avere il coraggio di dire che non abbiamo bisogno, che non li vogliamo.
Certo, non basta porre la questione, dichiarare che esiste un problema. Ma in questo caso riuscire ad ottenere un suo riconoscimento diffuso rappresenta un passo essenziale. Fatto ciò è indispensabile iniziare subito a lavorare nella consapevolezza che la riduzione dei sintomi visibili localmente non può essere altro che l’inizio di una cura ben più intensa e difficile da affrontare.


Riccardo Caldura, Irene Candelori, Michele Casarin, Valerio Casarin, Paolo Cecchi, Tiziana De Petris, Massimo Donà, Fabrizio D’Oria, Paolo Furlani, Claudio Madricardo, Marino Marin, Tommaso Marino, Claudia Mascino, Laura Mascino, Liliana Meneguzzo, Mauro Milani, Luke Murphy, Lisa Negrello, Massimo Ongaro, Maurizio Pellegrineschi, Liliana Patella, Ornella Patella, Daniele Resini, Mario Spinelli, Roberto Tramontin, Giuseppina Trevisan, Maurizio Trionfo, Carlo Urbani, Gabriele Vesco, Claudio Zanlorenzi, Carmen Zonta