SU PIERPAOLO PASOLINI

 

C. Lucarelli, Nuovi Misteri d’Italia. Giulio Einaudi. Torino: 2004

E’ l’una e mezzo di notte del 2 novembre 1975, e sul lingo mare Duilio di Ostia c’è una gazzella dei carabinieri in servizio di pattuglia. All’improvviso, un Alfa 2000 Gt, una bella macchina, le passa davanti a tutta velocità, contromano e in senso vietato. Non si ferma ll’alt, così i carabinieri fanno inversione di marcia e si lanciano all’inseguimento. Raggiungono l’Alfa all’altezza di uno stabilimento balneare, la stringono contro la carreggiata e la obbligano a rallentare e a fermarsi.

Sembra la scena di un film, ma non è un film, è cronaca, cronaca vera, e dall’auto non scende un attore o uno stuntman, ma un ragazzo spaventato che prova a scappare a piedi e viene subito preso dai carabinieri, che gli girano un braccio dietro la schiena e gli mettono le manette.
Il ragazzo si chiama Pino Pelosi, ha diciasette anni e ha qualche precedente per furto. Nel giro lo chiamano “la rana”.
Scappava. Ma perché scappava?
Intanto perché è minorenne, e non potrebbe neppure guidarla, quell’auto. Poi l’ha rubata, l’ha presa nei dintorni del cinema Argo, dice nel quartiere Tiburtino, a Roma, vicino a dove abita. A Ostia, dice c’è andato per accompagnare un amico, ha visto i carabinieri, ha avuto paura ed è fuggito.
Sanguina alla testa, da una ferita. Perché sanguina?
Perché ha battuto la testa contro il volante quando l’hanno fermato.
L’auto, l’auto non è sua. Di chi è?
Lo dicono i documenti della macchina, la crta di circolazione. Appartiene a Pier Paolo Pasolini, uno scrittore, un poeta, un regista del cinema. Uno famoso. Pino Pelosi ha rubbato l’auto di un personaggio noto.

Un intellettuale, uno scrittore, un regista, un poeta.
Massacrato in quel modo sulla spianata squallida dell’Idroscalo. Da un ragazzo di diciasette anni, perché Pino pelosi detto la Rana confesa subito, lo ha ammazzato lui Pasolini, e del resto, beccato al volante della sua macchina, con l’anello, l’anello d’oro con la pietra rossa e la scritta “United Sates Army”, proprio accanto al corpo di Pasolini, non poteva fare altro che confessare.
Ma come è successo?

Ore 22,30, Pelosi è fermo assieme ai suoi amici davanti al chiosco di un bar quando si avvicina un’ Alfa 2000. Scende un uomo che va a parlare con uno dei ragazzi, Adolfo. Gli dice:- Ci facciamo un giro? – e Adolfo ride, ma non ci sta. Allora l’uomo si avvicina a Pino la Rana e gli fa la stessa proposta.- Vuoi venire a fare un giro con me, che ti faccio un regalo?
Pino la Rana è giovane, ma è “scampanato”, come dice lui stesso in gergo, non è uno che dorme, capisce la situazione e s cosa vuole quell’uomo. Accetta, e sale con lui.
Prima però torna nel bar, a consegnare le ciavi della macchina a un amico.
-Dove vogliamo andare? – chiede pino all’uomo. – Dove vuoi tu, - risponde l’uomo.
Pino ha fame, sono quasi le undici, è tardi per trovare qualcosa da mangiare, ma l’uomo lo porta in una trattoria, Al biondo Tevere, dove lo conoscono e sicuramente riapriranno la cucina per lui. E infatti, tutti lo conoscono e lo salutano, perché quell’uomo è Pier paolo Pasolini, uno famoso, ma Pino la Rana non lo conosce, non l’aveva mai visto prima, per lui è soltanto Paolo.

Ore 24, Idroscalo di Ostia.
L’Alfa 2000 si apparta nel campetto da calcio, vicino alla porta. Tra i due inizia un rapporto essuale che però si interrompe.
Pino scappa e l’uomo gli corre dietro. Il ragazzo ha un paio di scarpe con i tacchi un po’alti, come si usavano allora, scivola e cade sulla schiena. E’ sempre Pino a raccontare tutto questp.
L’uomo lo raggiunge, e quando lui cerca di divincolarsi lo colpisce alla testa col bastone, Pino scappa ancora e l’uomo lo colpisce di nuovo. Allora il ragazzo vede per terra una tavoletta e la rompe sulla testa dell’uomo, poi gli sferra due calci al baso ventre, lo prende per i capelli e lo colpisce anche in faccia, con altri due calci, ma niente.
Pino dice che l’uomo barcolla ma non si arrende, ringhia:
Ti ammazzo,- e gli dà una bastonata. Allora Pino la Rana perde il controllo e lo colpisce con la tavoletta finchè paolo non cade aterra.
Poi? E’ sempre pino araccontare, a domanda risponde.
Scappa verso l’Alfa portando con sé i due pezzi della tavoletta e il bastone insanguinato, che getta vicino alla recinzione.
Poi sale in macchina e fugge. Nell’andarsene sente l’auto sobbalzare, ma non sa perché. Sarà un’asperità del terreno, una cunnetta, una buca.
Si ferma alla fine della strada a una fontanella per sciacquarsi dal sangue, poi riparte.
Ore 01,30, lungomare Diulio di Ostia. La gazzella dei carabinieri vede passare l’Alfa 2000, di corsa e contromano, e inizia l’inseguimento.
A domanda risponde, pino la Rana, sempre le stesse cose, in cinque interrogatori diversi, senza contraddizioni. Per i carabinieri è tutto ciaro e semplice. Pier Paolo Passolini è stato ucciso da un ragazzo che aveva adescato per avere un rapporto omosessuale a pagamento.

Caso chiuso.