Due idee a proposito dell'importanza dell'educazione di un artista nel nostro
particolare contesto: italiano e post-universitario.
Credo che il modo piu produttivo dell'apprendere e del fare arte oggi, sia la
comunità intesa nel senso più ampio possibile.
L’educazione di un artista è un tasto dolente in un Paese come il nostro dove
vige ancora il sistema delle Accademie che sarebbe da rinnovare totalmente, ma
c’è poca alternativa.
Le Accademie sono fondamentali e potrebbero essere decisamente più produttive se
potessero svecchiare il sistema che le fa funzionare, ma è anche vero che
l’Accademia è come il primo passo verso la presa di coscienza.
L’Accademia non è l’unico passo, oggi non è piu fondamentale come un tempo saper
disegnare dal vero o conoscere tecniche che mai si utilizzeranno nella vita, ci
sono persone che prendono coscienza di essere artisti durante l’università.
E il problema sorge appunto quando una persona, un artista, ormai adulto, decide
di proseguire il cammino della propria educazione.
Perché questo desiderio?
Per semplice bisogno, sete di conoscere realtà che altrimenti non si
conoscerebbero, per conoscere persone che stanno facendo lo stesso cammino, per
scambiarsi idee, per non fare la strada da soli, per sentirsi parte di una
comunità, per essere parte di un sistema che faccia sentire riconosciuti come
artisti.
Cosa ci si aspetta quindi?
Di avere opportunità, di essere seguiti e supportati dall’istituzione cui si
decide di far parte, di aver spazi per poter lavorare, per poter stare insieme
senza limiti di orari perché è soltanto frequentandosi ad alta frequenza che
nascono le discussioni e quindi le idee, avere spazio e mezzi per poter studiare
materiale che in teoria l’istituzione dovrebbe rendere di facile accesso (video,
libri, riviste sono gli strumenti base).
I professori chi sono?
Non tutti gli artisti possono insegnare qualcosa, ma è sempre una grande
opportunità poter vedere lavorare un artista riconosciuto. Ma vedere lavorare
non significa obbligare l’artista a vestire i panni del professore: questa
diventerebbe una parodia. Ogni artista, ogni professore, ha un metodo di lavoro,
una forma mentis che gli appartiene e che difficilmente può forzare. Un artista
soprattutto. Quindi ci sono quelli che attraverso le loro classi comunicano le
loro idee, ci sono quelli che propongono un progetto e che fanno quindi lavorare
praticamente, ci sono quelli più portati alla discussione e alla stimolazione di
pensieri. Ogni approccio è prezioso, come tante facce di un prisma, ognuna
aggiunge qualcosa e il giovane artista può iniziare a capire che strada è più
giusta per lui.
La filosofia è basilare, è come un manuale per tutti gli usi, ma anche per
approcciare la filosofia il giovane artista ha bisogno di qualcuno che lo guidi.
La storia è importante, è ciò da cui l’ artista in teoria, dovrebbe partire, è
un bagaglio prezioso di idee, una fucina di ispirazione. Ho sempre pensato che
non essere consapevoli di cosa è successo ‘prima’ si rischia di non rendersi
conto che tutto ciò che stiamo facendo e dicendo è già stato fatto e detto, ma
con la coscienza storica si possono avere degli strumenti per sviluppare e
attualizzare idee già ‘fatte’, cose gia dette.
Quindi, l’educazione per un artista parer mio è molto importante, ma è il modo
in cui si riceve ad essere più importante perche uno puo essere un ottimo
artista anche non frequantando nessuna scuola, ma la scuola giusta possa
stimolare e moltiplicare le potenzialita.
Gli orari fissi e rigidi, gli spazi non accessibili, la mancanza di un luogo
fisico in cui sentirsi ‘a casa’ stando insieme agli altri. Si creano più idee e
più discussioni davanti ad un bicchiere di vino che non in una classe questo è
sicuro.
La scuola, alla nostra età, è come fosse l’ultimo gradino che porta sul
trampolino più alto. E’ l’ultima occasione che abbiamo per capire chi siamo e
cosa vogliamo, per essere ancora ‘protetti’ da una comunità, in uno ‘spazio
d’eccezione’ Ma la strada successiva sta a ognuno di noi e non so quanto la
scuola intesa come crediti, esami, burocrazia, date, tesi… possa servire e
quanto invece possa limitare.
L’ideale sarebbe uno spazio aperto cui accedere con dei progetti che saranno poi
sviluppati e discussi insieme, individuali o collettivi, che diventino
l’obbiettivo finale. Il confronto costante, la discussione, il mettersi in
gioco ogni giorno per crescere e per fare luce sulla propria strada. Questo
sarebbe l’ideale produttivo per l’artista, ma anche per la comunità che gli
aleggia attorno.



LUNEDI' 22 NOVEMBRE
Vittoria